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STRUMENTI
Il riflettore Newton è uno strumento particolarmente luminoso e abbastanza “veloce” nella ripresa.
Le ottiche sono risultate interessanti, considerando la fascia di prezzo del telescopio.Il focheggiatore originale non permetteva una messa a fuoco per uso fotografico, così è stato sostituito.
Collimazione
La collimazione viene effettuata con un collimatore laser, che consente di raggiungere un buon risultato in pochi minuti.
La necessità di avere una buona collimazione è prioritaria, così come il fuoco.
E’ bene spendere tempo per avere una buona collimazione. Un riflettore può perdere parecchio in termini di prestazioni a causa di una scollimazione. Nonostante l’opinione generale sulla perdita di collimazione di un Newton, una volta assicurate le viti di blocco sulla culatta, anche in viaggi lunghi più di una volta ho trovato il telescopio collimato.
In un telescopio ben collimato il fascio di luce è perfettamente coerente con il percorso ottico.
Lo specchio secondario dovrebbe essere al centro del focheggiatore.
Ad essere precisi in realtà il secondario dovrebbe essere leggermente decentrato in funzione dei parametri ottici del Newton. Questo spostamento è definito offset e consiste nel decentramento del centro del secondario rispetto al centro del tubo ottico. Lo spostamento è dato in maniera approssimata dalla relazione:
Offset=D/(4*F)
D=diametro del seondario
F= rapporto focale del primario
Personalmente non l'ho fatto per motivi pratici.
Per chi volesse farlo in rete si trovano tutorial. Uno è di Lorenzo Preti, dove vengono spiegate alcune rilevanze di carattere pratico.
Inserito il collimatore laser nel focheggiatore e acceso, si guarda lo specchio primario (che dovrebbe avere un circoletto disegnato al centro dello stesso come riferimentro del centro)
Il laser emetterà una luce che crea un puntino rosso sul primario. Agendo sulle tre viti di collimazione del secondario si regoleranno affinchè il puntino vada riflesso entro il centro del primario. A questo punto il secondario è collimato.
Sulla griglia del collimatore dovremmo fare in modo di far entrare nel foro centrale la luce del laser.
Per portarlo al centro bisogna ora agire sulle viti di regolazione della culatta del primario. Ci sono due tipi di viti, quelle piccole per serrare il primario e quelle più grandi di regolazione
Prima di agire sulle viti di regolazione si deve agire sulle viti di blocco per allentarle. Quindi si regola il primario agendo sulle viti di regolazione finchè il fascio di luce non entra al centro del collimatore.
Conclusa l'operazione si serrano nuovamente le viti di blocco facendo attenzione a non spostare nuovamente il primario e ricontrollando la collimazione. Bisogna anche evitare di serrare troppo.
Dopo qualche prova il tutto diventa rapido.
Messa a fuoco
Altro parametro importante è la messa a fuoco, delicata con un f 4.8. Solitamente, ma è anche una norma generale, la messa a fuoco va controllata durante la notte a causa di sbalzi termici che provocano una dilatazione o contrazione del metallo.
Dal momento che il software IRIS è praticamente una delle poche cose che "gira" sul mio PC, lo uso anche per la messa a fuoco.
Una criticità è anche l’equilibrio termico del Newton.
Per lunghe esposizioni Gloria ha provveduto a costruire un semplicissimo paraluce . L’infiltrazione di luce è particolarmente fastidiosa sullo specchio secondario e sul principale. Quest’ultimo viene chiuso in maniera forse non elegantissima…ma funziona!
Un riflettore Newton offre il vantaggio di poter accedere ad una grande apertura con un basso costo. Ovviamente per avere uno strumento di ottima fattura ottica i prezzi salgono. Ma, data la semplicità costruttiva, anche uno strumento non strepitoso ma di un buon diametro, consente la ripresa di oggetti profondi secondo le semplici leggi dell’ottica.
La capacità di raggiungere elevate magnitudini è funzione di numerose variabili.
Escludendo il cielo , le condizioni termiche, il seeing, la differente rifrazione atmosferica , l’inquinamento luminoso, differenti sensori etc. e concentrandosi sulle caratteristiche di un telescopio, in generale le prestazioni di uno strumento sono funzione dell’apertura, della focale, del rapporto focale (in termini di velocità nella ripresa), della capacità di concentrare la puntiformità della luce stellare.
Telescopi rifrattori di ottima qualità,ad esempio, riescono ad avere prestazioni eccellenti in base a quest’ultimo parametro, nonostante hanno aperture nell’ordine di 10-13 cm. E rivaleggiano tranquillamente, in termini di magnitudine limite stellare, anche con Newton con aperture ben più grandi.
E’ evidente che il discorso cambia quando gli oggetti sono estesi e non puntiformi, come le nebulosità, laddove anche uno strumento non particolarmente corretto sopperisce grazie alla capacità di raccolta luce.
La gestione di un Newton da 25 cm non è semplice. L’EQ6 è al limite con questa configurazione. Per questo è richiesto un bilanciamento ottimale. Tra l’altro condizione necessaria per fare astroimaging in generale.
Il cielo dove attualmente abito (Riano), non è il massimo per fare riprese con la canon non modificata. E' utile per testare il setup.